lunedì 15 febbraio 2016

26 febbraio 2016:
i vini da uva Mornasca
dell'azienda Cascina Gnocco
di Mornico Losana

Nella ventesima serata di OltreLaStoria torneranno a essere protagonisti i vitigni autoctoni oltrepadani con due vini da uva Mornasca in purezza prodotti dell'azienda Cascina Gnocco di Mornico Losana. L’azienda, fondata nel 1923 da Carlo Cuneo, inizia la commercializzazione di bottiglie con il marchio "Cuneo Mario" negli anni Cinquanta sotto la guida del figlio di Carlo. Nel 1984 le redini passano alla terza generazione con Domenico "Nino" Cuneo e nel 1990 l'azienda assume il nome Cascina Gnocco. Nella seconda metà degli anni Duemila, Nino riduce le numerose referenze aziendali a tre, avviando il "Progetto Autoctoni": la produzione si concentra così su una Bonarda vivace e due vini da uva Mornasca, un rosso (Orione) e un Metodo Classico Rosé, che avremo il piacere di degustare a OltreLaStoria.

Vale la pena soffermarsi sulla storia dell'uva di Mornico e sull'opera meritoria di Nino Cuneo, oggi affiancato dal figlio Fabio. Come in tutte le regioni italiane, anche in Oltrepò Pavese il patrimonio viticolo è sempre stato ricco e sfaccettato: basti ricordare che nel primo censimento dei vitigni oltrepadani del 1884 figuravano - seppur con qualche imprecisione di catalogazione - ben 225 vitigni. Molti di questi scomparvero a cavallo fra Ottocento e Novecento in seguito alle epidemie di fillossera e ioidio oppure non vennero più coltivati a favore di vitigni più richiesti dal mercato, altri (come la croatina, la barbera, la vespolina o ughetta di Canneto e l'uva rara) sono tuttora parte importante dell'identità viticola locale, di altri (le varietà dell'Antico Piemonte come dolcetto e nebbiolo) esistono interpretazioni isolate, altri ancora, infine, sono oggetto di studio e di tentativi di recupero e valorizzazione (come la moradella, l'uva della cascina e l'uva di Mornico).

Le vicende dell'uva di Mornico compongono appunto una storia esemplare di recupero di un vitigno autoctono che rischiava di scomparire. Le origini della varietà sono incerte: vitigno a bacca grossa nato nella zona di Mornico (donde il nome dialettale Ügòn ad Murnig, cioè la "grossa uva di Mornico"), è menzionato per la prima volta con il nome di "Ugone" nei Bollettini del Comizio Agrario di Pavia nelle annate 1884-1887. Nel corso del Novecento, l'uva di Mornico, "a molto mosto, poco colorata e poco sapida", presente in pochi ceppi in molti vigneti della zona, veniva impiegata in uvaggio con croatina e/o barbera o consumata come uva da tavola. Non presentando apparentemente caratteristiche eccelse, il vitigno venne man mano abbandonato, soprattutto quando i vecchi vigneti iniziarono a essere sostituiti da nuovi vigneti monovitigno.

Anche a Cascina Gnocco era presente un vigneto misto, impiantato negli anni Sessanta con 13 filari di barbera e 13 filari di uva di Mornico, le cui uve erano destinate alla produzione di vino da damigiana per il mercato di Milano. La svolta avviene negli anni Duemila: il mercato è ormai cambiato, ma Nino Cuneo decide di non sostituire i filari di uva di Mornico e prova a sperimentare. Riduce le rese scegliendo potature corte e, a causa di un'annata con condizioni meteorologiche avverse, ritarda la raccolta, lasciando sovramaturare l’uva. Al posto del tradizionale vino anonimo, di bassa gradazione alcolica e scarico di colore, ecco un vino dal colore intenso, di buon corpo e dal corredo organolettico degno di interesse.

E mentre viene impiantato un nuovo vigneto di sola Mornasca in sostituzione del vecchio vigneto misto, inizia un percorso burocratico che nel dicembre 2010 porta all'iscrizione dell'uva di Mornico nel registro dei vitigni autorizzati per la Provincia di Pavia. Un iter nel quale Nino si è potuto avvalere della consulenza tecnica di Laura Rustioni e Osvaldo Failla dell'Università degli Studi di Milano e della collaborazione del Consorzio di Tutela Vini Oltrepò Pavese. In virtù del regolamento CE 753/2002, in base al quale i vitigni autorizzati non devono contenere riferimenti geografici, l'iscrizione avviene con il nome Mornasca.

In attesa della serata, potete leggere sul web numerosi articoli sul Metodo Classico Rosé, come quelli di Mauro Giacomo Bertolli, Augusto Gentilli, Daniele Sala e Franco Ziliani, e sull'Orione, come quelli dei blog Avvinando e Trovino, e ancora di Daniele Sala. Eccovi, infine, il menu proposto da Giorgio Liberti e Daniela Calvi, in abbinamento alle annate selezionate da Francesco Beghi nel corso di una esaustiva degustazione condotta in azienda insieme a Nino e Fabio Cuneo.

Venerdì 26 febbraio 2016 - Ore 20.30
I vini da Mornasca di Cascina Gnocco:
Metodo Classico Rosé e verticale di tre annate dell'Orione


Cotechino nostrano con piccolo sformato di lenticchie rosse
Metodo Classico Rosé VSQ

Crema di fagiolini dell’occhio della Lomellina
con crostini di pane al burro, freguglie di aringa affumicata
e olio extravergine d’oliva
Provincia di Pavia IGT Orione 2008

Risotto con zucca e funghi porcini secchi
Provincia di Pavia IGT Orione 2007

Cinghiale in salmì
con polenta di farina gialla macinata a pietra del Mulino Bruciamonti
Provincia di Pavia IGT Orione 2005

Bavarese al mandarino con crumble di frutta secca

La serata è proposta a 50 euro (tutto compreso).
I posti sono limitati e la prenotazione è indispensabile.
Per informazioni e prenotazioni: 0385.99726 (ristorante Prato Gaio).

OltreLaStoria è un progetto di Matteo Berté, Francesco Beghi, Giorgio Liberti e Roger Marchi.

Roger Marchi