martedì 1 settembre 2015

Il Riesling Landò
dell'azienda Le Fracce:
appunti dalla serata
del 29 maggio 2015

Eccoci di nuovo a parlare di Riesling Renano al Prato Gaio, per la terza verticale dedicata a questo nobile vitigno dopo il Vigna Martina di Isimbarda e l’Oliva di Cà di Frara. Stavolta tocca al Landò de Le Fracce, prodotto con uve provenienti per la maggior parte dal più alto vigneto di Casteggio, sito in località San Biagio (350 metri s.l.m.). Uscito sul mercato nel 1993 con la semplice dicitura Riesling, il Landò ha ricevuto questo nome di fantasia solo nel 2001, come omaggio dell'avvocato Ferdinando Bussolera, all'epoca titolare dell'azienda, alla sua passione per le carrozze.

Dalla seduta di degustazione in azienda, condotta insieme all'enologo aziendale Roberto Gerbino e al direttore della produzione Pietro Dilernia, avevamo estrapolato le annate 2014 (quella attualmente in commercio), 2012, 2010 e una curiosità più “anziana”, il 2001, che se l'era giocata con il 2000 e il 1996 e che alla fine avevamo preferito, privilegiando su tutto la facilità di abbinamento gastronomico.

Eccoci dunque in una serata di fine maggio a cercare conferma di quelle scelte. Quanto vede che mi sono presentato con il papillon, Giorgio Liberti pensa bene di prendere un mazzo di fiori finti e applicarselo a mo’ di enorme farfallone per festeggiare il mio rientro in squadra dopo aver saltato l’ultima degustazione. D’altra parte il ristorante è suo e siamo costretti a tenercelo così com’è. Ristorante, a proposito, che si presenta ben affollato: molti gli aficionados, fra i quali ancora una volta Danilo Gatti, membro come Pietro Dilernia dell'associazione Enocuriosi, ma parecchi anche i volti inediti. E, nella terra del "al me l'è püsè bon", è davvero incoraggiante registrare uno spirito di confronto fra colleghi sano e scevro da invidie, come quello che ci mostrano sempre Claudio Bisi, Stefano Calatroni, Giuseppe Tosi e Marzia Cordini.

Dopo le presentazioni di rito, si parte. E l'antipasto, una crema di piselli al basilico con caprino e aringa affumicata, offre subito una sfida interessante al vino, vista la sua complessità. Il Landò 2014 nella sua giovanile fragranza floreale in cui emergono note di agrumi ed erbe aromatiche stenta un po’ ad accompagnare la vividezza del piatto, risultando ancora un pochino statico: ma sono solo problemi di gioventù, perché questo Riesling lascia presagire una promettente evoluzione.

Per il Landò 2012, come succede sovente, mi ruba la scena Danilo Gatti, con il quale avevamo confabulato al tavolo assaggiando il vino. Che è più evoluto, naturalmente, anche se l’agrume non abbandona ancora il naso e cominciano a emergere note di idrocarburo e una sapidità che ben si sposa ai tagliolini di pasta fresca con ceci e baccalà.

Tutt’altro discorso per il Landò 2010, per il quale Gerbino non nasconde la sua soddisfazione: annata più regolare nell’andamento della maturazione delle uve ed evoluzione più regolare del vino in bottiglia. Il naso è ancora freschissimo e complesso: persistono gli agrumi, più un extra di qualche sensazione tropicale, ma si riconoscono anche erbe aromatiche, menta, note minerali (con un idrocarburo lieve ed elegante) e un ricordo di zafferano. La bocca è ricca, un insieme luminoso e grintoso che si sposa magnificamente con il piatto forte della serata, un classico intramontabile del Prato Gaio, il collo ripieno al fegato grasso d'oca con confettura di cipolle rosse.

Palpabile la soddisfazione in sala, applausi meritati a Daniela Calvi, cuoca del Prato Gaio, e si va a chiudere con il Landò 2001, dal colore dorato come un passito. Vino strano, curioso, in cui più che la mineralità e l’idrocarburo - che pure ci sono - emergono la frutta candita e le spezie, come se si trattasse davvero di un vino passito. Era inevitabile quindi accompagnarlo al tris di formaggi erborinati proposto da Giorgio, un abbinamento non banale, non scontato e, alla fine, azzeccato.

Come sempre, il dolce - zuppetta tiepida di amarene cotte in vino rosso con gelato fiordilatte, ossia la marinà - serve a concludere con le ultime chiacchiere e, in questo caso, ad ascoltare il misurato intervento di Filippo Zaffarana, ex delegato AIS di Pavia e grande amico di OltreLaStoria.

P.S.: a proposito di amici di OltreLaStoria... alla serata non hanno potuto partecipare per impegni pregressi anche Alberto Alfano e Vittorio Barbieri, che hanno comunque degustato le varie annate di Landò in azienda. Potete leggere le loro note di degustazione sul loro ottimo blog RieslinGarten.

Francesco Beghi

Ringraziamo Mauro Rossini per le fotografie


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